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L'EFIFANIA


 La Befana si festeggia il giorno dell'Epifania, il 6 gennaio. L'Epifania è una festa religiosa che deriva il suo nome da un termine greco che significa rivelazione. È, infatti, in questo giorno che Gesù bambino si rivelò come figlio di Dio ai tre Magi. Ma, chi erano costoro? Erano Baldassarre, Melchiorre e Gaspare, tre sapienti che provenivano dalle lontane terre d'Oriente. Si erano messi in cammino guidati da un astro splendente, una stella cometa, che mai prima aveva fatto apparizione nel cielo. Lo studio di questo insolito fenomeno li aveva avvisati che qualcosa di realmente grande stava per accadere. Così avevano consultato molti libri e in uno di essi trovarono questa profezia:


"Nascerà da umile dimora un bambino che diverrà il Salvatore del mondo, il Re dei re! Al suo apparire ci saranno schiere di angeli ad accoglierlo sulla terra e si verificheranno cose mai viste prima". Così i tre uomini avevano deciso di seguire la singolare stella per rendere omaggio a quel bambino salvifico. Portavano con sé tre doni simbolici: l'oro, l'incenso e la mirra. L'oro perché era il dono che veniva riservato ai sovrani; l'incenso perché era bruciato solo in onore delle divinità; la mirra che in antichità veniva utilizzata durante le cerimonie funebri e che sarebbe divenuta il simbolo della futura resurrezione di Cristo, il Re che trionfò sulla morte. Dopo un lungo cammino, i tre uomini giunsero alla città di Gerusalemme. Su una collina, circondato da una folta selva, stava un castello austero e buio. «Ecco,  si dissero è qui che troveremo il figlio di Dio. Un re del suo rango non può che essere nato in un castello e a paragone della sua importanza, ogni dimora è umile, anche questa fortezza turrita!» Li accolse invece un sovrano molto cerimonioso e dal cuore feroce come quello dei lupi selvatici: si chiamava Erode. Costui stette ad ascoltare la storia dei tre saggi e quindi rispose: «Non saprei proprio come aiutarvi! lo non ho figli e non c'è altro sovrano qui attorno.
 lo sono il Signore di queste terre! Ma se è vero che è nato questo bambino regale, dopo averlo trovato, venite a riferirmi dov'è, così che anch'io lo possa adorare!». In realtà l'astuto Erode voleva eliminare l'eventuale concorrente. I Magi partirono subito da quel castello, perché la cattiveria che si respirava tra le sue mura aveva quasi ghiacciato loro il sangue nelle vene. Dopo alcuni giorni di ricerca, sotto la guida della magica stella, giunsero infine in un villaggio, il più piccolo e il più umile della terra di Giuda. Fu proprio lì che l'astro si mise a splendere intensamente come mai l'avevano visto durante la loro osservazione: sembrava indicare un luogo appartato In pIena campagna. In una stalla, esposto alle correnti della notte, trovarono un bambino che era nato da poco. Era accudito dal padre, Giuseppe, e da Maria, la madre più dolce e bella che fosse mai capitato loro di incontrare. Vedendo l'amore e la concordia che regnava in quella povera famiglia, nonostante gli stenti e le ristrettezze, i Magi compresero di aver trovato ciò che cercavano e deposero ai piedi della mangiatoia, in cui era stato adagiato il piccolo, i loro doni preziosi. Quindi se ne andarono contenti di avere reso omaggio per primi al Salvatore del mondo.
Una voce nel cuore, però, non fece loro ripercorrere la strada dell'andata: avevano, infatti, compreso le intenzioni malvagie di Erode e non avrebbero assolutamente svelato a quell'uomo dove trovare il piccolo Gesù. Erode, non vedendo tornare i tre saggi, comprese di essere stato scoperto nel suo terribile piano. Deciso a eliminare qualsiasi concorrente, qualsiasi fanciullo potesse rivelarsi pericoloso per il suo potere, chiamò il capo delle guardie e gli ordinò di ammazzare tutti i bambini della regione che non avessero compiuto i 3 anni di età. Quella stessa notte Giuseppe venne avvertito in sogno da un angelo del Signore: «Giuseppe, slega l'asino e porta in salvo Maria e il tuo bambino! Fra poco giungeranno le truppe di Erode e, se vi trovano nel territorio di Giuda, uccideranno Gesù!».
Giuseppe si svegliò di soprassalto e, in piena notte, si mise a preparare il necessario per fuggire immediatamente. Si sarebbe diretto verso l'Egitto, dove poteva trovare lavoro come falegname. I pastori, che anche di notte vegliavano sui loro greggi, videro la povera famiglia fuggire di tutta fretta. Comprendendo il pericolo che rendeva veloci i loro passi, accesero dei grandi fuochi lungo tutta la strada per illuminare il cammino all'asinello ed evitare che si fermasse. Per questo, ancor oggi, ogni anno il 6 gennaio, si accendono per le piazze e per le campagne dei falò, per ricordare quella notte.

Le tradizioni gastronomiche natalizie della Campania

Il sontuoso cenone della “Viggilia” e l’elaborato pranzo di Natale condensano la filosofia gastronomica partenopea: “A Natale, Dio si fa uomo proprio perché gli uomini, nobili o straccioni, si impadroniscano di Napoli eliminandone tutto quello che non è pasta reale, zampogna, baccalà, bengala, presepio, cambiale, mandarino, speranza, pignoli, numero del lotto e capitone”, scrive Giuseppe Marotta in L’oro di Napoli.
Ippolito Cavalcanti, duca di Buonvicino, autore del più importante ricettario della cucina napoletana del XIX secolo, pubblicato a Napoli nel 1837, Cucina teorico-pratica, “caposaldo della cucina napoletana”, specifica: “per la Vigilia de lo Santo Natale ce vonne Vruoccoli zuffritti co l’alice salate, vermicielli co la mollica de pane e vongolelle, o pure zuffritti co l’alice salate, anguille fritte, ragoste vollute co la sauza de zuco de limone, e uoglio. E pure na cassuola de calamarielli”.


Il cenone della Vigilia del 24 Dicembre vede protagonista il pesce:
- Spaghetti con le vongole (o lupini)
- Baccalà
- Capitone fritto o spigola o orata al vapore
- Insalata di rinforzo con le immancabili papaccelle, peperoni piccoli e tondeggianti conservati sott’aceto
Broccoli al limone

Il pranzo di Natale è, invece, un trionfo di carne e verdure:
- Minestra maritata
- Tagliatelle all’uovo preparate in casa o maccheroni conditi con ragù napoletano
- Gallina in brodo
- Carne al ragù o Tacchina con contorno di patate novelle o cappone ripieno
- Gran fritto alla napoletana
- Insalata di rinforzo e broccoli al limone

I prestigiosi vini doc e docg serviti a tavola sono genuini e schietti come la terra che rappresentano:
Terzino, Greco di Tufo, Aglianico del Taburno, Gragnano, Taurasi.
I menu sono coronati da frutta fresca di stagione, frutta secca, anche farcita ed aromatizzata, e tipici dolci natalizi gustati con un bicchierino di nocillo o di rosolio preferibilmente casalingo.
Gli struffoli sono il tipico dolce natalizio, dalla forma di piccole sfere ricoperte di miele e diavulilli; i mostaccioli hanno forma romboidale ricoperta di glassa al cioccolato e devono il nome al latino mustacea o mosto, utilizzato dai contadini per l’antica ricetta; i susamielli, a forma di S, vengono impastati con miele liquido; le sapienze sono nate nel Convento delle clarisse di S. Maria della Sapienza; i roccocò derivano il nome dal francese rocaille per la barocca e rotondeggiante forma di conchiglia; i divinamore, a base di pan di Spagna ricoperto di glassa rosa, sono nati nella comunità di clausura omonima; le paste di mandorle sono dolcetti dai delicati colori pastello preparati con mucchietti di impasto posati su di un ostia; la pasta reale risale all’epoca di Re Ferdinando IV.
Concludendo con un eloquente detto popolare partenopeo: “Meglio murì sazio che campà djuno”!












E' la cucina Italiana quella più amata dagli Europei


E' quella italiana la cucina piu' amata dagli europei, davanti alla spagnola mentre la Haute cuisine francese arriva solo al terzo posto, con la meta' dei consensi riservati ai piatti del Bel Paese. Lo rivela uno studio del portale turistico tedesco "Zoover", che ha condotto un sondaggio campione fra 10.500 turisti europei, dal quale e' emerso che in fatto di cucina l'Italia e' prima in assoluto (24%), davanti a Spagna (14%), Francia (13%), Grecia (12%), Germania (9%), Belgio e Turchia (6%), Polonia (5%), Austria e Olanda (3%) e Inghilterra (2%), mentre il fanalino di coda con l'1% e' riservato alla Svezia. Pasta e pizza sono i piatti preferiti anche in Germania, dove l'Italia e' al primo posto con il 29% delle preferenze, davanti alla cucina teutonica (18%) e a quella austriaca (14%).
  A tavola i tedeschi declassano la Francia al quinto posto con il 9%, addirittura dietro la Turchia (10%), mentre alle spalle della patria di Voltaire si piazzano Grecia (7%), Spagna (6%), Polonia (3%) e buoni ultimi a pari merito Olanda, Belgio e Inghilterra (1%).






Come il Colosseo: dieta mediterranea patrimonio Unesco


La Dieta Mediterranea convince tutti. L'Unesco ha premiato lo stile alimentare basato su pomodoro, olio d'oliva, pasta, frutta, verdura e vino, facendolo entrare nel patrimonio culturale immateriale dopo l'ok dalla quinta sessione del comitato intergovernativo riunita a Nairobi.
Si è trattato di un negoziato non facile. In mattinata l'Albania, membro del Comitato, aveva fatto un intervento duro nei confronti delle candidature che potevano avere valore commerciale - come la Dieta - e aveva criticato il fatto che in Italia si stesse già festeggiando per un riconoscimento non ancora arrivato. Qualche ora dopo Pier Luigi Petrillo, responsabile della delegazione del ministero dell'Agricoltura, partita domenica per Nairobi con l'obiettivo di portare a casa il risultato, aveva poi precisato che la situazione era andata lentamente cambiando in favore di un riconoscimento, fino a quando a metà pomeriggio è arrivato l'ok definitivo.
«Al momento della proclamazione - ha continuato Petrillo - c'è stata un'ovazione tra i delegati di tutti i 166 Stati presenti». Il responsabile della delegazione italiana ha dichiarato che i quattro Paesi che hanno sostenuto la candidatura (Italia, Spagna, Grecia e Marocco) si sono trovati concordi nel volere «dedicare il riconoscimento al sindaco di Pollica, Angelo Vassallo», ucciso in un agguato lo scorso 5 settembre. «Ci tenevamo molto - ha precisato Petrillo - perchè il sindaco aveva lavorato su questa candidatura». «Il risultato sperato è arrivato» è stato il commento del ministro dell'Agricoltura, Giancarlo Galan.
«Questo prestigioso successo mi riempie d'orgoglio e di soddisfazione e rappresenta un traguardo storico per la nostra tradizione alimentare e per la cultura dell'intero Paese», ha proseguito Galan che ha poi ringraziato «di cuore» la comunità del Cilento, patria della Dieta Mediterranea, ed in particolare il Presidente del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, Amilcare Troiano. Soddisfazione anche dalla Coldiretti. «I meriti della Dieta Mediterranea e degli stili di vita ad essa associati sono soprattutto dei nostri agricoltori, che pertanto hanno il diritto di festeggiare il loro buon operato e nessuno può permettersi di negarglielo», ha dichiarato il presidente Sergio Marini, mentre la Confederazione italiana agricoltori (Cia) ha parlato di «una vittoria per il made in Italy».
La candidatura della Dieta era stata avanzata già quattro anni fa dall'Italia, dalla Spagna, dalla Grecia e dal Marocco, ma per l'Unesco non soddisfaceva i requisiti previsti dalla Convenzione del 2003 sul Patrimonio Mondiale Immateriale dell'Umanità, per cui i 4 Paesi decisero di ritirarla. Quella che oggi ha superato l'esame è stata invece presentata il 30 agosto 2009 dal Mipaaf e firmata dal capo di gabinetto dell'allora ministro Zaia, dottore Giuseppe Ambrosio. La prestigiosa Lista dell'Unesco, che raccoglie gli elementi immateriali considerati unici al mondo, consta di 166 pratiche già iscritte da parte di 132 Paesi. Dopo l'ok di oggi alla Dieta Mediterranea, l'Italia può contare in tutto tre elementi: gli altri due sono l'opera dei pupi siciliani e il canto a tenore sardo. Via libera dall'Unesco oggi anche per la Gastronomia francese e per il Flamenco, tradizionale ballo spagnolo dell'Andalusia, Mursia ed Estremadura.





Dieta Mediterranea contro la depressione

La dieta mediterraneariduce del 30% il rischio didepressione. Questo afferma uno studio realizzato su oltre 10 mila persone, realizzato da un team di ricercatori spagnoli dell'Universita' di Las Palmas (Canarie) e dell'Universita' di Navarra a Pamplona.

Secondo questo studio, durato per più di sei anni, statisticamente la dieta mediterranea si è dimostrata piu' efficace di altre variabili come numero dei figli, stile di vita praticato o tipologia di carattere.
A svolgere un ruolo positivo importante sembrano essere i grassi contenuti nell'olio di oliva, componente fondamentale della dieta mediterranea non presente nella dieta continentale, che adotta invece il burro di origine animale.
L'effetto positivo per l'umore si aggiunge a quello per la salute come dimostrano anche i recenti studi pubblicati sul British Medical Journal secondo i quali la dieta mediterranea riduce:
- del 13 per cento l'incidenza del morbo di 
Parkinson e dell'Alzheimer
- del 9 per cento quella per problemi 
cardiovascolari 
- del 6 per cento quella del 
cancro

Con la loro dieta tradizionale meditarranea, a base di pane, pasta, frutta, verdura, olio extravergine, gli italiani sono i più 
longevi in Europa con una vita media di 78,6 anni per gli uomini e di 84,1 anni per le donne.

Italia, Spagna, Grecia e Marocco, con il sostegno dell'Unione Europea hanno chiesto all'
Unesco di tutelare la dieta mediterranea con il riconoscimento di patrimonio dell'umanità.